La Savate, conosciuta anche come pugilato libero o boxe francese, ha origini lontane: dall'Asia, dove nacque, approdò nel bacino del Mediterraneo con i primi giochi olimpici.
Sviluppatasi in Francia tra il XVII el XVIII secolo, in Italia fu introdotta grazie all'Andrea Doria, dove il marinaio genovese Baleto, che nel 1897 frequentava la palestra, insegnò al ginnasta Eugenio Giovanangelo i fondamenti della disciplina, appresi nei frequenti viaggi tra Genova e Marsiglia.
Presto si organizzarono le prime competizioni sociali e nazionali, mentre cresceva il favore del pubblica nei confronti di questa forma più atletica di pugilato.
La savate, che molti considerano ormai superata, è invece ancora viva e vitale, irrinunciabile fonte di serenità per coloro che la praticano.
Combattendo si impara cosa sia la lealtà; nelle vittorie e nelle sconfitte vivono i sentimenti delle prove imporanti. Questo sport simboleggia la vita stessa, affrontiamo i problemi quotidiani con lo spirito di chi combatte le proprie battaglie e, grazie ad esse, impara a conoscere se stesso e gli altri. Questo è il vero spirito della Savate.